Regno Unito: Paesi, bandiera, storia, geografia ed economia

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Il Regno Unito, ufficialmente Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (in inglese: United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland; abbreviato in UK), è uno Stato insulare dell’Europa occidentale con una popolazione di circa 67,8 milioni di abitanti.

Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda nacque con l’Atto di Unione del 1800 che univa il Regno di Gran Bretagna e il Regno d’Irlanda. Gran parte dell’Irlanda si separò poi nel 1922 costituendo lo Stato Libero d’Irlanda (l’attuale Repubblica d’Irlanda).

Regno Unito

Stato unitario, attualmente composto da quattro nazioni costitutive (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord), è governato da un sistema parlamentare, con Londra come capitale e sede del governo.

Spesso viene impropriamente chiamato Gran Bretagna o Inghilterra, quando in realtà con il termine Gran Bretagna si indica un territorio geografico (l’isola maggiore) e con il termine Inghilterra si indica solo una delle quattro nazioni che compongono il regno.

Mappa Regno Unito e dove si trova

Situato al largo delle coste occidentali dell’Europa settentrionale circondato a est dal mare del Nord, a sud dal Canale della Manica e ad ovest dall’oceano Atlantico e dal mare d’Irlanda, le Isole del Canale e l’Isola di Man sono dipendenze della Corona britannica, ma non fanno parte del Regno Unito.

La Gran Bretagna è l’isola comprendente la maggior parte del territorio dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia. Le isole britanniche invece sono l’arcipelago comprendente la Gran Bretagna, l’Irlanda, l’Isola di Man, l’Isola di Wight, le isole Orcadi, le isole Ebridi, le isole Shetland, le Isole del Canale e altre isole minori.

Si compone anche di quattordici territori d’oltremare che costituiscono i resti dell’Impero britannico, quali Anguilla, Bermuda, il Territorio Antartico Britannico, il Territorio britannico dell’Oceano Indiano, le Isole Vergini britanniche, le isole Cayman, le Isole Falkland, Gibilterra, Montserrat, le Isole Pitcairn, Sant’Elena, Ascensione e Tristan da Cunha, Georgia del Sud e Isole Sandwich Meridionali, Akrotiri e Dhekelia e Turks e Caicos.

Bandiera Regno Unito

Bandiera del Regno Unito

Maggiori informazioni sulla bandiera del Regno Unito.

Il Regno Unito è una monarchia parlamentare e la regina Elisabetta II è anche il capo di Stato di 16 paesi membri del Commonwealth delle nazioni (cui il Regno Unito aderisce dal 1931), detti reami del Commonwealth (tra i quali il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e la Giamaica).

È stato il primo Stato del mondo ad essere industrializzato, e ha costituito storicamente (dagli inizi del XVIII secolo) il modello di democrazia parlamentare moderna al quale si sono poi rifatti quelli delle altre nascenti democrazie europee occidentali.

Fu una potenza di prim’ordine, soprattutto durante il XVIII, il XIX e la prima metà del XX secolo, ma il costo economico delle due guerre mondiali e il declino del suo grande impero coloniale, nella seconda metà del XX secolo, segnarono un chiaro ridimensionamento della sua influenza nel mondo.

Malgrado ciò, e in virtù della tenacia con la quale combatté nella Seconda guerra mondiale sino alla vittoria contro le potenze dell’Asse, cosa che gli valse l’attribuzione del seggio permanente con diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, esso continua ad esercitare, a livello internazionale, una considerevole influenza in campo politico e militare oltre che scientifico e finanziario.

Con un PIL nominale stimato sui 3000 miliardi di dollari secondo il Fondo monetario internazionale, è la quinta potenza economica mondiale, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone, e Germania, e la seconda in Europa (dopo la Germania).

Il Regno Unito è uno stato con uno degli indici di sviluppo umano più elevati del mondo. È membro fondatore dell’ONU e della NATO e membro del G8 e del G7.

Il Regno Unito è stato inoltre membro dell’Unione europea dal 1º gennaio 1973 al 31 gennaio 2020, ma non ha mai fatto parte dell’unione economica e monetaria dell’Unione europea, ossia non ha mai adottato la moneta unica, l’euro.

Regno Unito: etimologia e terminologia

L’Atto di Unione del 1707 dichiarò che i regni d’Inghilterra e Scozia fossero “uniti sotto l’unico nome di regno di Gran Bretagna” e pertanto in tutti gli atti che riguardarono il regno da quel momento in poi il dominio britannico venne identificato come “Regno di Gran Bretagna”, “Regno Unito di Gran Bretagna” e “Regno Unito”.

Ad ogni modo, sebbene il termine “Regno Unito” sia trovato in uso corrente solo a partire dal XVIII secolo, raramente esso viene indicato per esteso ma molto più facilmente viene definito veramente Gran Bretagna in forma breve.

L’Atto di Unione del 1800 unì il Regno di Gran Bretagna ed il Regno d’Irlanda nel 1801, formando così il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

Il nome di “Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord” venne adottato in seguito all’indipendenza acquisita dalla Repubblica d’Irlanda nel 1922 che lasciò appunto solo la parte settentrionale del paese alla Gran Bretagna.

Anche se il Regno Unito, come Stato sovrano, rappresenta una nazione, Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord sono indicati come paesi, pur non essendo più Stati sovrani a sé stanti.

Scozia, Galles ed Irlanda del Nord hanno sviluppato dei governi autonomi.

Il primo ministro britannico sul suo sito ha utilizzato la frase “paesi in una nazione” per descrivere appunto il Regno Unito. Alcuni risultati statistici hanno interpellato la popolazione inglese sui termini da attribuire a Scozia, Galles ed Irlanda del Nord col risultato di apparire come “regioni” del Regno Unito.

L’Irlanda del Nord è talvolta definita come “provincia”. Riguardo all’Irlanda del Nord, il nome descrittivo utilizzato “può essere controverso, dal momento che la scelta spesso rivela le preferenze politiche o le tendenze partitiche del singolo.”

Il termine Britannia è utilizzato solitamente come sinonimo per il Regno Unito. Il termine Gran Bretagna, per contrasto, fa riferimento convenzionalmente alle isole della Gran Bretagna, o politicamente alla combinazione di Inghilterra, Scozia e Galles.

Ad ogni modo, esso è utilizzato talvolta come sinonimo per l’intero Regno Unito. GB e GBR sono i codici standard internazionali per il Regno Unito (vedi ISO 3166-2 e ISO 3166-1 alpha-3) e quindi sono utilizzati dalle organizzazioni internazionali per indicare il Regno Unito. Inoltre, la squadra olimpica del Regno Unito compete sotto il nome di “Gran Bretagna” o “Team GB”.

L’aggettivo britannico è comunemente utilizzato per qualcosa che si riferisce al Regno Unito. Il termine non ha una connotazione legale definita, ma è utilizzato nel linguaggio legislativo del Regno Unito per definire la cittadinanza nazionale.

La popolazione del Regno Unito utilizza solitamente molti termini tra loro differenti per descrivere la propria identità nazionale: singolarmente si possono definire inglesi, scozzesi, gallesi, irlandesi del nord o irlandesi.

Nel 2006 è stato introdotto un nuovo disegno per un passaporto britannico. La prima pagina indica il nome dello Stato per esteso scritto in lingua inglese, gallese, gaelico scozzese e scots.

In gallese il nome completo dello Stato è “Teyrnas Unedig Prydain Fawr a Gogledd Iwerddon” con il termine “Teyrnas Unedig” utilizzato come nome breve sul sito del governo. (Ad ogni modo esso è solitamente abbreviato in “DU” per la forma mutata da “Y Deyrnas Unedig”).

In gaelico scozzese, la forma estesa è “Rìoghachd Aonaichte Bhreatainn is Èireann a Tuath” e la forma breve di “Rìoghachd Aonaichte”. In scots è invece “Unitit Kinrick o Great Breetain an Northren Ireland”, “Unitit Kinrick” nella forma abbreviata.

Storia del Regno Unito

La Scozia e l’Inghilterra esistevano come entità separate già a partire dal X secolo. Il Galles passò sotto il controllo dell’Inghilterra dal 1284, ed entrò a far parte del regno di Inghilterra tramite l’atto di Unione del 1536.

Il XVII secolo fu piuttosto movimentato per la monarchia, con l’ideazione di un complotto ai danni della monarchia passato alla storia come la “congiura delle polveri” nel 1605, le “guerre dei tre regni” e la “gloriosa rivoluzione” alla fine del secolo.

Il 1º maggio 1707 venne creato il Regno di Gran Bretagna, dall’unione politica del Regno d’Inghilterra (che comprendeva il Galles) e il Regno di Scozia, con l’emanazione dell’Atto di Unione, che era stato concordato il 22 luglio 1706, e successivamente ratificato dal Parlamento d’Inghilterra e dal Parlamento di Scozia.

Quasi un secolo più tardi, con l’Atto di Unione del 1800, il Regno d’Irlanda, che era stato messo sotto controllo inglese tra il 1541 e 1691, entrò a far parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

L’Inghilterra e la Scozia sebbene separate prima del 1707, avevano già sperimentato l’Unione delle Corone nel 1603, quando Giacomo VI, Re di Scozia aveva ereditato il trono del Regno d’Inghilterra e aveva trasferito la sua corte da Edimburgo a Londra. Era l’inizio della dinastia Stuart, che terminerà nel 1714.

Con l’emanazione del Representation of the People Act 1918, ovvero il riconoscimento del diritto di voto alle donne, approvato dal Parlamento del Regno Unito il 6 febbraio 1918. L’immediato primo dopoguerra vide l’istituzione del Welfare State britannico, tra cui uno dei primi e più completi sistemi sanitari pubblici, mentre l’economia della ricostruzione richiamò persone da tutto il Commonwealth of nations, che contribuì a creare una società multietnica.

Sebbene il nuovo dopoguerra avesse posto in chiaro i limiti del ruolo politico della Gran Bretagna, confermati dalla crisi di Suez del 1956, la diffusione internazionale della lingua inglese assecondò l’influenza della sua letteratura e della sua cultura.

Dopo un periodo di rallentamento economico mondiale e le lotte operaie degli anni ‘70, gli anni ‘80 videro un periodo di crescita, aiutato dalle entrate derivanti dalle estrazioni petrolifere del Mare del Nord. Il governo di Margaret Thatcher segnò un significativo cambiamento di direzione nella politica e nell’economia del periodo post-bellico; un percorso che continuò sotto il nuovo governo laburista di Tony Blair e Gordon Brown dal 1997.

Il Regno Unito fu uno dei 12 membri fondatori dell’Unione europea al suo lancio nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht. In precedenza, era stato un membro della Comunità economica europea (CEE), a partire dal 1973.

Il 23 giugno 2016 nel Regno Unito si è svolto un referendum consultivo sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea; il 51,9% dei votanti si è espresso a favore dell’uscita dall’Unione.

A seguito del risultato referendario, il 29 marzo 2017 il governo britannico ha notificato al Consiglio europeo l’intenzione di uscire dall’Unione europea; i negoziati per l’uscita sono iniziati nel mese di giugno 2017. L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è avvenuta il 31 gennaio 2020; da tale data è iniziato un periodo di 11 mesi per trovare un accordo commerciale con l’Unione Europea.

Geografia Regno Unito e differenze con Gran Bretagna e Inghilterra

Il Regno Unito è uno stato insulare dell’Europa Occidentale, che si sviluppa sull’intera isola di Gran Bretagna e su un sesto dell’isola d’Irlanda. È diviso in quattro nazioni, conosciute in patria come Home Nations, ossia “nazioni interne”.

Il Regno Unito è bagnato sia a nord che a sud ovest dall’Oceano Atlantico mentre a est si affaccia sul mare del nord e a sud sul Canale della Manica.

L’unica nazione che confina col Regno Unito è la Repubblica d’Irlanda.

La maggior parte del territorio d’Inghilterra è caratterizzato da colline e pianure divise da est a ovest da alcune catene collinari. I fiumi principali sono il Tamigi, il Severn, il Trent, l’Humber e il Tyne. Città principali sono Londra, Birmingham, Manchester, Sheffield, Liverpool, Nottingham, Leeds, Bristol e Newcastle upon Tyne.

Il Galles è principalmente montuoso, a nord-ovest si elevano i monti di Snowdonia che raggiungono la massima altezza del Galles con il monte Snowdon. Nella regione centrale si elevano i monti Cambrici ed a sud-est quelli del Brecon Beacons. A nord del Galles si trova l’isola di Anglesey. Capoluogo e città principale è Cardiff situata nella parte meridionale della regione.

Il territorio della Scozia è contraddistinto da pianure nelle parti meridionale e orientale e da montagne, tra le quali il Ben Nevis, e altopiani nelle parti settentrionali e occidentali. Vi sono numerosi laghi e profondi fiordi. La Scozia comprende un vasto numero di isole situate al largo delle coste occidentali e settentrionali: le Ebridi, le Orcadi e le Shetland. Il capoluogo scozzese è Edimburgo ma la più grande città è Glasgow.

L’Irlanda del Nord, situata nella parte nord-orientale dell’isola irlandese, è principalmente collinare. Il suo capoluogo è Belfast.

Nel Regno Unito non si parla un’unica lingua. Sebbene la più parlata, di fatto, sia l’inglese, tuttavia la Carta Europea delle lingue regionali ha ufficialmente riconosciuto come lingue autoctone e regionali il gallese, il gaelico scozzese, il gaelico irlandese, il cornico, lo scots e lo Ulster Scots.

Effetti del cambiamento climatico

Nel Regno Unito, a causa dei cambiamenti climatici, vi è una tendenza verso inverni più caldi ed estati più calde, il livello del mare della costa britannica aumenta di circa 3 mm ogni anno e vi sono segni di un cambiamento nei modelli di precipitazioni.

Gli scienziati del clima si aspettano che ondate di calore, come quelle del 2003, diventino la norma negli anni ’40 a causa della crisi climatica. I calcoli modello del 2019 mostrano che Londra sarebbe stata trasferita in un’altra zona climatica se si verificasse lo scenario RCP4.5. Il clima a Londra nel 2050 ricorda quindi il clima precedente a Barcellona (Spagna) più del clima precedente a Londra.

Anche gli eventi meteorologici estremi stanno diventando più frequenti e intensi. È stato dimostrato che le alluvioni in Inghilterra 2013-2014 possono essere ricondotte al cambiamento climatico causato dall’uomo.

Popolazione e demografia

Un censimento della popolazione viene svolto ogni dieci anni in ogni parte del Regno Unito. L’Office for National Statistics è responsabile per la raccolta dei dati in Inghilterra e Galles con il General Register Office for Scotland e il Northern Ireland Statistics and Research Agency responsabili per i censimenti nei rispettivi paesi.

Al censimento del 2001 la popolazione totale del Regno Unito ammontava a 58 789 194 abitanti, il terzo paese più popolato dell’Unione europea (dopo la Germania e la Francia), il quinto del Commonwealth e il 22º del mondo. A metà del 2007 la stima era cresciuta fino a 60 975 000 di abitanti.

L’attuale crescita della popolazione è dovuta principalmente al saldo migratorio netto, ma anche a un aumento del tasso di natalità e all’aumento della speranza di vita. Il 2007 ha segnato anche il sorpasso del numero di persone in età pensionabile sul numero di abitanti al di sotto dei 16 anni.

A metà 2007 l’Inghilterra contava una popolazione stimata a 51,1 milioni di persone. Rappresenta una delle aree più densamente popolate del mondo con 383 persone residenti per chilometro quadrato a metà del 2003, con una particolare concentrazione nella regione di Londra e nel Sud-Est del paese.

Sempre nel 2007 le stime rivelavano come la Scozia possedesse una popolazione di 5,1 milioni di abitanti, il Galles 3 milioni e l’Irlanda del Nord 1,8 milioni di abitanti, tutte con una densità di popolazione di gran lunga più bassa rispetto all’Inghilterra. Si contano 142 abitanti/km² in Galles, 125 abitanti/km² nell’Irlanda del Nord e solo 65 abitanti/km² in Scozia (a metà del 2003).

Nel 2007, il tasso di fecondità medio nel Regno Unito era di 1,90 figli per donna. Si stima che nel 2008 la fertilità nel Regno Unito sia salita a 1,91 figli per donna, cifra che rimane comunque al di sotto del tasso di sostituzione che è di 2,1, ma comunque superiore al minimo registrato nel 2001 di 1,63. Inghilterra e Galles hanno tassi di natalità rispettivamente di 1,92 e 1,90.

La Scozia presenta la più bassa fertilità, con soli 1,73 figli per donna, mentre l’Irlanda del Nord il tasso più elevato, con 2,02 figli. I tassi di fertilità più elevati si rilevarono negli anni sessanta durante il ‘baby-boom’, con un massimo di 2,95 figli per donna nel 1964. Il tasso di natalità è più elevato tra le donne straniere, rispetto a quelle nate in Gran Bretagna.

I cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di soggiornare e lavorare nel Regno Unito.

Similmente ad altri paesi europei, l’immigrazione sta contribuendo in maniera significativa all’aumento della popolazione, rappresentando circa la metà dell’aumento tra il 1991 e il 2001. Le cifre ufficiali hanno dimostrato che 2,3 milioni di migranti si sono trasferiti in Gran Bretagna dal 1997, l’84% delle quali provenienti da fuori Europa, e ulteriori 7 milioni sono previsti per il 2031.

Le ultime cifre ufficiali (2006) mostrano un saldo migratorio netto verso il Regno Unito di 191 000 persone, a fronte di 185 000 nel 2005. Uno su sei proviene dai paesi dell’Europa orientale.

L’immigrazione dal Subcontinente indiano, alimentato principalmente dal ricongiungimento familiare, ha rappresentato i due terzi della crescita in materia di immigrazione. A causa dell’emigrazione, almeno 5,5 milioni di inglesi vivono all’estero, principalmente Australia, Spagna, Francia, Nuova Zelanda e Stati Uniti.

Tuttavia la percentuale di popolazione nata da cittadini stranieri nel Regno Unito resta leggermente inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. Si stima che la popolazione immigrata in Gran Bretagna raddoppierà nei prossimi due decenni, raggiungendo i 9,1 milioni di cittadini.

Nel 2004 il numero di persone che sono diventate cittadini britannici ha toccato la cifra record di 140 795, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Questo numero è salito drasticamente dal 2000. La grande maggioranza dei nuovi cittadini proviene da Africa (32%) e Asia (40%), e i principali paesi sono Pakistan, India e Somalia. Nel 2006, ci sono state 149 035 domande di cittadinanza, il 32% in meno rispetto al 2005.

Il numero di persone a cui è stata concessa la cittadinanza nel corso del 2006 è stato 154 095, il 5% in meno rispetto al 2005. Il gruppo più numeroso a cui è stata concessa la cittadinanza britannica sono i cittadini provenienti da India, Pakistan, Somalia e Filippine.

Il 21,9% dei bambini nati in Inghilterra e in Galles nel 2006 sono nati da madri che sono nate al di fuori del Regno Unito, (146 956 dei 669 601 bambini nati) in base alle statistiche ufficiali pubblicate nel 2007, che mostrano anche i più alti tassi di natalità da 26 anni.

Etnie

La popolazione del Regno Unito discende da diversi popoli, Precelti (conosciuti come Pitti), Celti (nella parti di estremo occidente del paese), Anglosassoni (ceppo prevalente), e Normanni. Dei 58 791 177 abitanti, 54 153 898 (92,1%) sono bianchi, 677 117 (1,2%) sono di etnia mista, 1 055 411 (1,8%) sono indiani, 747 285 (1,3%) pakistani, 283 063 (0,8%) bengalesi, 247 644 (0,4%) altri asiatici, 565 876 (1,0%) caraibici, 485 277 (0,8%) africani, 97 588 (0,2%) altri neri, 247 403 (0,4%) cinesi, e il restante 230 615 (0,4%) appartengono ad altre etnie.

Gli oriundi italo-britannici sono circa mezzo milione, concentrati soprattutto nell’area centro-meridionale del Regno Unito (i cittadini italiani erano 170 927 nel 2007, secondo l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero).

Religione

La libertà religiosa è largamente garantita dallo Stato, sebbene la Chiesa anglicana sia considerata culto ufficiale. Essa è divisa in due arcidiocesi (York e Canterbury) e 43 diocesi. Con il Moment Act of Union del 1707 in Scozia è considerata religione ufficiale quella della Chiesa di Scozia (presbiteriana). Questa e gli altri gruppi protestanti rappresentano il 10% della popolazione.

Al cattolicesimo aderisce circa il 9% dei britannici, nonostante la conversione di massa avvenuta nel Cinquecento con la Riforma Anglicana. Dopo essere stato bandito, fu restaurato in Inghilterra e Galles nel 1850 e in Scozia nel 1878 ed è da sempre molto forte nell’Irlanda del Nord.

Tra le numerose comunità straniere prevalgono le religioni di origine: soprattutto l’Islam con il 4,5%, Induismo, Buddhismo, Sikhismo, eccetera. Gli ebrei sono circa 267 000 e rappresentano la maggiore comunità dell’Europa occidentale subito dopo quella francese.

Suddivisioni amministrative

Il Regno Unito è una monarchia parlamentare retta dalla casa dei Windsor. Il parlamento è diviso in due Camere (Houses): la Camera dei lord (House of Lords), non elettiva e di fatto senza alcun potere, e la Camera dei Comuni (House of Commons), a cui spetta il potere legislativo.

In entrambi i rami del parlamento vi sono rappresentanti dell’Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell’Irlanda del Nord. Le due camere si ritrovano insieme solo durante un’occasione speciale: Lo “State Opening of Parliament”.

Il Regno Unito comprende inoltre alcune dipendenze d’oltremare, talvolta in regime post coloniale:

  • Anguilla
  • Bermuda
  • Territorio Antartico Britannico
  • Territorio britannico dell’Oceano Indiano
  • Isole Cayman
  • Isole Falkland (dette anche Isole Malvine o Isole Malvinas)
  • Georgia del Sud e Isole Sandwich Australi
  • Gibilterra
  • Montserrat (isola)
  • Isole Pitcairn
  • Sant’Elena, Ascensione e Tristan da Cunha
  • Isole Turks e Caicos
  • Isole Vergini britanniche
  • Basi militari di Akrotiri e Dhekelia a Cipro

L’isola di Man, a dispetto di quanto credono molte persone, non fa parte del Regno Unito ma è una Dipendenza della Corona britannica, mentre le Isole del Canale (Isole Anglo-Normanne) hanno uno status simile appartenendo al re di Gran Bretagna in qualità di duca di Normandia. Le Isole Orcadi e Shetland, invece, fanno semplicemente parte della Scozia.

Politica, Costituzione, Governo e Giustizia

Il Regno Unito ha rapporti politici e commerciali con numerose altre nazioni del Commonwealth. Esso si presenta come uno Stato unitario sotto la reggenza di una monarchia parlamentare. Elisabetta II è il capo di Stato del Regno Unito così come il monarca degli altri 15 paesi componenti il Commonwealth. Il sovrano ha “il diritto di essere consultato, di incoraggiare e di avvertire i rappresentanti della politica nazionale”.

La Costituzione del Regno Unito non è codificata e consiste in gran parte in una collezione di risorse scritte disparate, tra cui statuti, giudizi legislativi oltre alle diverse convenzioni costituzionali.

Pur non essendoci alcuna differenza tecnica tra statuti ordinari e “legge costituzionale”, il parlamento del Regno Unito può creare una “riforma costituzionale” semplicemente approvando un Act of Parliament (decisione parlamentare), conservandosi quindi il potere di abolire praticamente quasi tutti gli elementi scritti e non scritti della costituzione. Di conseguenza, nessun parlamento potrà mai varare una legge che un futuro parlamento non possa cambiare un domani.

Il Regno Unito ha un governo parlamentare basato sul Sistema Westminster, che è stato anche emulato da altri governi, talvolta come eredità diretta dell’Impero britannico. Il parlamento del Regno Unito si riunisce nel Palazzo di Westminster e dispone di due camere: l’elettiva Camera dei Comuni e la nominata Camera dei Lords. Tutte le leggi devono avere l’assenso regio prima di divenire legge.

Il Primo ministro, il capo del governo del Regno Unito, appartiene quasi sempre alla Camera dei Comuni, di cui è una persona di rilievo (solitamente il capo di un partito o di una coalizione di partiti). Il Primo ministro sceglie un gabinetto di ministri che poi vengono formalmente nominati dal monarca per formare il “Governo di Sua Maestà”. Per convenzione, il sovrano rispetta le decisioni del Primo ministro in materia di scelta dei ministri.

Il gabinetto dei ministri è tradizionalmente prescelto tra i membri del partito del Primo ministro o della coalizione a cui esso appartiene, e tutti sono solitamente membri della camera dei comuni anche se possono esservi ammessi anche membri della Camera dei Lords. Il potere esecutivo è esercitato dal Primo ministro e dal suo gabinetto di ministri, i quali sono tutti membri di diritto del Consiglio Privato del Regno Unito e divengono pertanto “ministri della corona”.

L’attuale Primo ministro è Boris Johnson, entrato in carica il 24 luglio 2019. Johnson è il leader del Partito Conservatore. Per le elezioni alla Camera dei Comuni il Regno Unito è suddiviso in 650 costituenti, ciascuna con la facoltà di eleggere un membro del parlamento (abbreviato in MP) con sistema di pluralità semplice.

Le elezioni generali vengono convocate dal monarca alla scadenza del mandato del Primo ministro. Sulla base degli atti parlamentari del 2011, le elezioni devono essere convocate non più tardi del termine di cinque anni.

Il Partito Conservatore, il Partito Laburista e i Liberal Democratici (formalmente Partito Liberale) sono considerati nei tempi moderni i tre principali partiti politici del Regno Unito, rappresentanti rispettivamente del conservatorismo, del socialismo e del social liberalismo.

Ad ogni modo, alle elezioni generali del 2015 lo Scottish National Party si è qualificato come il terzo più grande partito della politica inglese, superando in seggi i liberal democratici. Gli altri partiti minori sono Plaid Cymru (forte in Galles), oltre al Democratic Unionist Party, Ulster Unionist Party, Social Democratic and Labour Party ed al Sinn Féin (forte nell’Irlanda del Nord).

Scozia, Galles ed Irlanda del Nord dispongono ciascuna di un proprio governo o esecutivo, guidato da un primo ministro (o, nel caso dell’Irlanda del Nord, da una diarchia composta dal primo ministro e dal suo vice). L’Inghilterra, il più grande paese per estensione del Regno Unito, non dispone di un proprio parlamento e le sue esigenze sono discusse direttamente dal parlamento del Regno Unito.

Questa situazione ha nel tempo dato origine alla cosiddetta Questione del West Lothian, secondo la quale i membri dei parlamenti di Scozia, Galles e Irlanda del Nord possono votare, talvolta in maniera decisiva, su materie che prettamente riguardano l’Inghilterra.

La commissione McKay ha segnalato questo problema già dal marzo 2013, richiedendo che le leggi che abbiano effetto solo in Inghilterra necessitino della maggioranza dei membri inglesi del parlamento del Regno Unito per essere approvate.

Il governo ed il parlamento scozzesi hanno poteri notevoli per tutto quanto non concerne la legislazione del Regno Unito ma riguarda prettamente la Scozia, come nel caso dell’educazione, della sanità, della legge, e del governo locale.

Alle elezioni del 2011 in Scozia lo Scottish National Party è stato rieletto ottenendo la maggioranza al parlamento scozzese, col suo leader, Alex Salmond, nominato Primo ministro della Scozia. Nel 2012, il governo scozzese e quello del Regno Unito hanno siglato l’Accordo di Edimburgo per stabilire i termini di un referendum sull’indipendenza della Scozia votato poi nel 2014 e dove l’ideale indipendentista uscì sconfitto al 45% contro il 55% a favore degli unionisti.

Il governo gallese e l’Assemblea Nazionale del Galles hanno poteri molto più limitati di quanti non abbiano la loro controparte scozzese. L’Assemblea è in grado di legiferare su materie locali senza chiedere prima il consenso alle camere di Westminster. Alle elezioni del 2011 la vittoria è stata assegnata al laburista Carwyn Jones.

L’esecutivo e l’Assemblea dell’Irlanda del Nord hanno poteri simili a quelli in Scozia. Il potere esecutivo è però qui guidato da una diarchia rappresentata da membri dell’Assemblea appartenenti uno agli unionisti ed uno ai nazionalisti.

Dal settembre 2015 Arlene Foster (Democratic Unionist Party) e Martin McGuinness (Sinn Féin) sono rispettivamente primo ministro e vice primo ministro in Irlanda del Nord. Il governo dell’Irlanda del Nord coopera il più possibile con quello della Repubblica d’Irlanda in materia di politiche nazionali, interessando queste geograficamente anche l’Irlanda del Nord, ma non in materia di governo locale per cui l’Irlanda del Nord è dipendente dal Regno Unito.

Come si è già detto, il Regno Unito non ha una costituzione codificata, (anche se ci si può riferire a una serie di leggi e principi: Costituzione del Regno Unito) e come tale i poteri costituzionali sono devoluti tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.

Sotto la dottrina della sovranità parlamentare, il Parlamento del Regno Unito, in teoria, potrebbe abolire sia il parlamento scozzese che l’assemblea gallese o quella irlandese. Nel 1972, il Parlamento del Regno Unito unilateralmente decise di prorogare il Parlamento dell’Irlanda del Nord, creando un precedente rilevante nelle attuali istituzioni parlamentari inglesi.

In pratica, ad ogni modo, oggi sarebbe impossibile per il Parlamento del Regno Unito abolire i parlamenti di Scozia, Galles ed Irlanda del Nord senza prima un referendum popolare. Ovviamente i contrasti politici sull’influenza del parlamento inglese su quelli locali risultano accentuati nel caso di quello dell’Irlanda del Nord, rendendo quindi necessaria una cooperazione col governo irlandese.

Il Regno Unito non ha un sistema legale singolo, come il Treaty of Union del 1706 testimonia all’articolo 19 dove si stabilisce la continuazione del sistema legale separato per la Scozia. Attualmente il Regno Unito dispone di tre distinti sistemi legislativi: la legge inglese, la legge nordirlandese e la legge scozzese.

Una nuova Corte suprema del Regno Unito è stata costituita nell’ottobre del 2009 per rimpiazzare l’Appellate Committee of the House of Lords, una prerogativa un tempo spettante alla Camera dei Lords. La Judicial Committee of the Privy Council, che include i medesimi membri della Suprema Corte, è il più alto tribunale d’appello per molti dei paesi che ancora oggi compongono il Commonwealth e le dipendenze territoriali inglesi.

Sia la legge inglese, che viene applicata in Inghilterra ed in Galles, che quella dell’Irlanda del Nord sono basate sui principi della common law. L’essenza della common law è che, soggetta a statuto, la legge è sviluppata dai giudici nei tribunali i quali, applicando le normative di stato, creano essi stessi i principi di legge sulla base delle sentenze emesse (stare decisis).

I tribunali di Inghilterra e Galles sono capeggiati dalle Senior Courts of England and Wales, che consistono in una corte d’appello, nella High Court of Justice (per casi civili) e la Crown Court (per casi criminali). La Suprema Corte è il più alto tribunale sia in ambito civile che penale in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, con valore globale delle proprie decisioni.

Le leggi scozzesi provengono invece da un sistema ibrido basato sia sulla common law sia sui principi della civil law. I tribunali supremi sono la Court of Session, per cause civili, e la High Court of Justiciary, per cause penali. La Suprema Corte del Regno Unito è sempre la sovrana corte d’appello anche in Scozia per cause civili e penali.

Le cosiddette Sheriff courts sono invece i tribunali locali civili e penali che si basano sull’uso di una giuria. Il sistema legale scozzese ha tre possibilità di verdetto per una causa penale: colpevole, non colpevole, non provato. Sia non colpevole che non provato hanno come risultato la non condanna dell’imputato.

I crimini in Inghilterra e Galles sono aumentati in maniera vertiginosa tra il 1981 ed il 1995 giungendo al 48% rispetto al passato secondo quanto riportato dalle statistiche di stato. La popolazione carceraria nel medesimo periodo è raddoppiata giungendo a 80 000 detenuti dando così a Inghilterra e Galles il più alto tasso di incarcerati dell’Europa occidentale, con un valore di 147 detenuti ogni 100 000 abitanti

Il Her Majesty’s Prison Service, che gestisce gran parte delle prigioni d’Inghilterra e Galles. ha riportato che nel 2009/10 la Scozia ha invece raggiunto il 10% di criminalità, il tasso più basso degli ultimi 32 anni. Al momento la popolazione carceraria scozzese è pari a 8 000 detenuti, Lo Scottish Prison Service gestisce tutte le carceri della Scozia.

Relazioni internazionali

Il Regno Unito è membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché membro della Nato, del Commonwealth, del G7 (già G8), del G20, dell’OECD, dell’OSCE e del WTO, e fino al 31 gennaio 2020 anche del Parlamento europeo e dell’Unione europea.

Il Regno Unito è ritenuto avere “relazioni speciali” con gli Stati Uniti ed una stretta collaborazione con la Francia — la cosiddetta “Entente cordiale” — e condivide le tecnologie nucleari con entrambi i paesi. Il Regno Unito è anche strettamente collegato alla Repubblica d’Irlanda; i due paesi hanno definito un’Area di viaggio comune e cooperano attraverso la Conferenza intergovernativa britannico-irlandese ed il Consiglio britannico-irlandese.

La presenza globale del Regno Unito è legata alle sue relazioni commerciali, all’assistenza allo sviluppo ed ai coinvolgimenti militari in campo internazionale.

Economia

L’economia del Regno Unito è costituita, in ordine decrescente di grandezza, delle economie di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. L’aggregato, sulla base dei tassi di cambio, fa sì che quella del Regno Unito sia la sesta più grande economia del mondo e la seconda più grande in Europa dopo la Germania.

Nel 2014 il PIL a prezzi correnti ammontava a circa 2 945 miliardi di $. Il Regno Unito risente molto dell’attuale crisi.

Il Regno Unito ha un ruolo trainante fra le economie occidentali sia sotto l’aspetto finanziario sia sotto quello commerciale. Negli ultimi due decenni il paese ha fatto fronte a un intenso processo di privatizzazione. L’agricoltura è di tipo estensivo e altamente meccanizzata e la produzione copre circa il 60% del fabbisogno interno.

Il Regno Unito è ricco di riserve di carbone, gas e petrolio. La maggior parte del Prodotto Interno Lordo viene dal terziario; banche, assicurazioni e servizi finanziari mentre la parte di PIL dell’industria è in costante declino. Con oltre 9 milioni di visitatori all’anno il turismo è uno dei settori più importanti: il Regno Unito è il sesto paese più visitato al mondo.

Dell’economia si occupa il Chancellor of the Exchequer, il Cancelliere dello Scacchiere, titolo storico col quale viene designato il Ministro dell’economia e delle finanze britannico. Negli ultimi anni l’economia britannica è stata gestita in conformità con i princìpi di liberalizzazione del mercato e bassa tassazione e regolamentazione.

Dal 1997 la Banca d’Inghilterra è stata responsabile della fissazione dei tassi di interesse per conseguire l’obiettivo generale di inflazione fissato dal Cancelliere ogni anno, in modo totalmente indipendente dal Governo, in ottemperanza alle disposizioni comunitarie sulla autonomia delle banche centrali nazionali.

Il governo scozzese, previa approvazione del Parlamento scozzese, ha la facoltà di variare il tasso di base dell’imposta sul reddito dovuta in Scozia di 3 pence per sterlina, anche se questo potere non è ancora stato esercitato.

Il Regno Unito è tra i paesi più industrializzati del mondo. In termini di prodotto nazionale lordo (PNL) è il quinto paese – seguito da Francia, Italia, Russia e Brasile – dopo Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania. Nel 2018 il prodotto interno lordo nominale del paese è stato di 2 828 644 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 42 558 dollari.

A partire dal secondo dopoguerra il paese ha dovuto affrontare numerosi problemi economici quali la pressione valutaria, il deficit della bilancia totale dei pagamenti, l’inflazione e, fino a poco tempo fa, una scarsa capacità produttiva.

Durante la recessione verificatasi nel 1974, la situazione si fece ancor più critica: il numero di disoccupati superò il milione, vi fu un declino della produttività, i salari aumentarono e la moneta toccò minimi storici. Nel luglio 1975 il governo adottò severe misure anti-inflazione, con l’appoggio del mondo economico e dei sindacati, in modo da contenere gli aumenti salariali e l’inflazione.

Verso la fine degli anni settanta la scoperta di giacimenti di petrolio nel Mare del Nord consentì un’importante riduzione del deficit nella bilancia dei pagamenti. A partire dal 1979 la politica economica del paese ha promosso una maggior delega al settore privato, mettendo un freno alla spesa pubblica e ai servizi statali.

Obiettivo prioritario rimaneva il contenimento dell’inflazione, a costo però di un tasso di disoccupazione storicamente elevato. Intorno alla metà degli anni ottanta vi erano nel paese oltre tre milioni di lavoratori senza impiego e dieci anni dopo ne rimanevano ancora circa 2,6 milioni.

Il deficit di bilancio annuo all’inizio degli anni novanta era pari a circa l’1,1% del prodotto interno lordo. Nel gennaio del 1973 il Regno Unito aderì alla Comunità Europea (ora Unione europea), per poi uscirne nel 2020.

La struttura del lavoro è oggi significativamente cambiata. Nel 2002 la forza lavoro ammontava complessivamente a 29 602 654 lavoratori. Nel settore dei servizi è attualmente impiegato l’82% dei lavoratori, mentre nel 1955 lo era solo un terzo della forza lavoro.

L’industria, che rappresentava un tempo il settore principale in termini di occupazione (42% della forza lavoro nel 1955), assorbe oggi solo il 17% della popolazione attiva. Il problema della disoccupazione è oggi meno grave che in passato: il tasso di disoccupazione del paese ha raggiunto infatti il 5,1% (2002), mentre nel dicembre 2018 è sceso ulteriormente al 3,8%.

Moneta del Regno Unito

La moneta del Regno Unito è la sterlina inglese, rappresentata dal simbolo £. La Banca d’Inghilterra è la banca centrale, responsabile per il rilascio di valuta. Durante il periodo di adesione all’Unione Europea, il Regno Unito ha scelto di non adottare l’euro.

Nel 2005 più della metà (55%) degli abitanti del Regno Unito era contrario all’adozione della moneta unica, mentre il 30% era a favore.

Cultura

La cultura del Regno Unito è stata influenzata da diversi fattori tra i quali spicca lo status di isola della nazione; la sua storia democratica liberale occidentale e una delle maggiori potenze, nonché dall’essere un’unione politica di quattro paesi ciascuno con elementi diversi e tradizioni indipendenti.

L’Impero britannico e l’influenza che gli inglesi hanno esercitato nel mondo si può osservare nella lingua, nella cultura e nel sistema legale di molte delle ex colonie tra cui gli Stati Uniti, l’Australia, il Canada, l’India, l’Irlanda, la Nuova Zelanda, il Pakistan e il Sudafrica. L’influenza culturale del Regno Unito è stata descritta “superpotenza culturale”.

Scienza

Il Regno Unito è la patria di importanti scienziati e matematici quali Isaac Newton, Robert Hooke, George Atwood, Nepero, Colin Maclaurin, Oliver Heaviside, Edmond Halley, Henry Cavendish, Charles Darwin, Michael Faraday, John Dalton, Ada Lovelace, Charles Babbage, Isaac Barrow, John David Barrow, Thomas Bayes, James Clerk Maxwell, James Prescott Joule, Paul Dirac, Lewis Carroll, Hubert Cecil Booth (inventore dell’aspirapolvere, nel 1901), Elizabeth Blackwell (prima donna a laurearsi in medicina), Thomas Young, William Henry Bragg, William Lawrence Bragg, James Chadwick, Alan Turing, Stephen Hawking, Roger Penrose, Peter Higgs, Alexander Fleming, Edward Jenner.

Musica

Molti e vari sono gli stili musicali popolari nel Regno Unito, dalla musica folcloristica indigena inglese, scozzese, gallese e irlandese sino all’heavy metal. Tra i musicisti classici nati e vissuti in terra inglese citiamo William Byrd, Henry Purcell, George Alexander Macfarren, Sir Edward Elgar, Gustav Holst, Sir Arthur Sullivan (famoso per aver lavorato col librettista Sir W. S. Gilbert), Ralph Vaughan Williams e Benjamin Britten, pioniere dell’opera moderna in inglese. Sir Peter Maxwell Davies è uno dei maggiori compositori viventi.

Il Regno Unito è inoltre rinomato a livello internazionale per le sue orchestre sinfoniche e per i suoi cori tra cui la BBC Symphony Orchestra ed il London Symphony Chorus. Tra i maggiori direttori d’orchestra citiamo Sir Simon Rattle, John Barbirolli e Sir Malcolm Sargent. Tra i maggiori compositori di colonne sonore per film citiamo John Barry, Clint Mansell, Mike Oldfield, John Powell, Craig Armstrong, David Arnold, John Murphy, Monty Norman ed Harry Gregson-Williams.

Georg Friedrich Händel fu naturalizzato cittadino inglese e per lo Stato scrisse l’inno per le incoronazioni, noto come il Messiah (1741), che fu appunto scritto in lingua inglese. Andrew Lloyd Webber è un prolifico compositore di musica da teatro.

I suoi lavori hanno dominato l’ultima parte del XX secolo e sono divenuti successi internazionali. E ancora, nel XX secolo, da ricordare il compositore e direttore d’orchestra Gustav Holst, Edward Elgar e Karl Jenkins.

The Beatles sono la band che più in assoluto ha rappresentato l’emergere della cultura inglese in campo musicale, con vendite di dischi sopra ogni aspettativa ed una diffusione globale dei loro successi.

Tra gli altri gruppi e solisti di rilievo nel panorama musicale inglese si ricordano The Rolling Stones, Queen, Pink Floyd, Led Zeppelin, Deep Purple, Bee Gees, Genesis, Sex Pistols, The Clash, Jethro Tull, Dire Straits, Iron Maiden, Depeche Mode, Simply Red, Muse, Skunk Anansie, Eurythmics, John Lennon, Elton John, Freddie Mercury, George Michael, Phil Collins, Sting, Brian Eno, e Peter Gabriel.

I Brit Awards sono dei premi annuali concessi dalle industrie discografiche britanniche e sono stati vinti nel corso degli anni dai personaggi che maggiormente hanno rappresentato il panorama musicale inglese tra cui The Who, David Bowie, Eric Clapton, Rod Stewart e The Police.

Tra i musicisti più recenti citiamo i Radiohead, Pet Shop Boys, gli Oasis, i Blur, gli Arctic Monkeys, i Kaiser Chiefs, i Kasabian, Robbie Williams, Dido, Coldplay, Amy Winehouse, e Adele.

Un gran numero di città del Regno Unito sono conosciute per la loro musica. Liverpool è la città che vanta il primato del maggior numero di canzoni scritte in loco. Il contributo di Glasgow alla musica venne riconosciuto nel 2008 quando venne nominata dall’UNESCO Città della Musica, una delle tre città nel mondo ad aver ottenuto questo onore.

Fonte: Wikipedia

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