L’Inghilterra è una delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito, l’unica a non costituire un’entità amministrativa e non dotata di un governo autonomo come le altre Home Nations. Condivide le frontiere con la Scozia a nord e ad ovest con il Galles. A nordovest vi è il mare d’Irlanda, a sudovest il mare Celtico, a est il mare del Nord e a sud vi è il canale della Manica, che la separa dall’Europa continentale.
L’Inghilterra occupa la porzione centrale e meridionale dell’isola di Gran Bretagna, includendo oltre 100 isole minori come le Scilly e l’isola di Wight. Il suo cuore amministrativo è Londra, che funge anche da capitale del Regno Unito.
Il territorio che oggi conosciamo come Inghilterra vanta insediamenti umani risalenti al Paleolitico superiore, ma deve il suo nome agli Angli, una delle popolazioni germaniche che vi si stabilirono durante il V e VI secolo. La nazione assunse una forma unitaria nel 927 e, a partire dal XV secolo, iniziò a esercitare una profonda influenza culturale e geopolitica sul panorama mondiale.
La lingua inglese, insieme alla Chiesa anglicana e al sistema giuridico britannico, rappresentano i pilastri fondamentali delle istituzioni dei paesi del Commonwealth. Il modello parlamentare inglese è stato adottato da numerose nazioni. Fu proprio in Inghilterra che, nel XVIII secolo, ebbe inizio la rivoluzione industriale, trasformandola nel primo paese industrializzato al mondo. La Royal Society ha gettato le basi del metodo scientifico sperimentale moderno.
Il territorio inglese presenta una morfologia variegata: prevalentemente collinare con pianure nelle zone centro-meridionali, mentre il nord ospita aree montuose (Lake District, Pennini e Yorkshire Dales) così come il sud-ovest (Dartmoor e Cotswolds).
Londra, fulcro dell’Inghilterra, rappresenta la più vasta area metropolitana del Regno Unito. Con una popolazione di circa 53 milioni, l’Inghilterra ospita l’84% degli abitanti del Regno Unito, concentrati principalmente a Londra, nelle Midlands e nello Yorkshire. Le aree esterne ai grandi centri urbani sono caratterizzate da prati e pascoli.
Il Regno d’Inghilterra incorporò anche il Galles, la cui conquista fu completata da Edoardo I nel 1282, sebbene l’unione formale avvenne solo nel 1536. Il 1° maggio 1707, l’Atto di Unione sancì la fusione del regno inglese con quello scozzese, dando vita al regno di Gran Bretagna.
Nel 1801, la Gran Bretagna e il regno d’Irlanda si unirono attraverso un secondo Atto di Unione, creando il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Nel 1922, lo Stato Libero d’Irlanda acquisì lo status di dominio separato.
Inghilterra preistorica e antica
Le prime tracce di presenza umana nell’area oggi identificata come Inghilterra appartengono all’Homo antecessor, datate a circa 780.000 anni fa. I più antichi resti proto-umani rinvenuti risalgono invece a 500.000 anni fa.
Gli esseri umani anatomicamente moderni stabilirono i loro primi insediamenti durante il Paleolitico superiore, benché comunità permanenti siano state fondate solo negli ultimi 6.000 anni.
Dopo l’ultima era glaciale, solo grandi mammiferi come mammut, bisonti e rinoceronti lanosi sopravvissero nell’area. Circa 11.000 anni fa, con il progressivo ritiro dei ghiacci, gli esseri umani tornarono a popolare la regione. Ricerche genetiche suggeriscono che questi popoli provenissero principalmente dalla porzione settentrionale della penisola iberica.
Il livello del mare era considerevolmente più basso rispetto a oggi, e la Gran Bretagna risultava collegata via terra sia all’Irlanda che all’Eurasia.
Intorno al 2500 a.C. giunse la cosiddetta “cultura del vaso campaniforme”. A questo periodo risalgono i principali monumenti neolitici giunti fino a noi, come Stonehenge e Avebury. Lo sviluppo della metallurgia del ferro consentì la realizzazione di aratri più efficaci, favorendo l’agricoltura, oltre alla produzione di armi più letali.
Durante l’età del ferro, la cultura celtica, derivata da quelle di Hallstatt e La Tène, si diffuse dall’Europa centrale. La società era organizzata in tribù; secondo la Geographia di Tolomeo, esistevano circa venti diverse comunità tribali nella zona. Le divisioni precedenti rimangono tuttavia ignote, poiché i britanni non possedevano sistemi di scrittura.
Come altre regioni ai margini dell’Impero, la Gran Bretagna aveva sviluppato rapporti commerciali con i Romani già da tempo. Giulio Cesare tentò di invaderla due volte nel 55 a.C., ma con scarso successo.
I Romani conquistarono la Britannia nel 43 d.C., durante il regno dell’imperatore Claudio, occupando gran parte della Gran Bretagna e incorporandola nell’Impero come provincia di Britannia. Tra le tribù native che opposero resistenza, i Catuvellauni guidati da Carataco furono i più noti.
Successivamente, una insurrezione guidata da Boudicca, regina degli Iceni, si concluse con il suicidio della sovrana dopo la sua sconfitta nella battaglia della strada Watling.
Da questo momento in poi, in Inghilterra, iniziò a prevalere la cultura greco-romana, con l’introduzione del diritto e dell’architettura romani, di sistemi fognari avanzati, di innovativi strumenti agricoli e della seta.
Nel III secolo, l’imperatore Settimio Severo morì a Eboracum (l’odierna York), dove in seguito Costantino fu proclamato imperatore.
La data di introduzione del Cristianesimo in Inghilterra rimane oggetto di dibattito accademico, ma certamente la religione era presente nell’isola entro il IV secolo. A partire dal 410, l’Impero romano entrò in una fase di declino, e numerose unità dell’esercito abbandonarono l’Inghilterra per difendere l’Europa continentale e partecipare a conflitti interni.
Inghilterra nel medioevo
Il ritiro delle legioni romane rese l’Inghilterra vulnerabile alle invasioni da parte di popoli provenienti dall’Europa settentrionale, in particolare Angli, Sassoni e Juti, che iniziarono a insediarsi principalmente nella regione orientale.
Durante questo periodo, i possedimenti terrieri appaiono frammentati in numerosi territori tribali, ma dal VII secolo questi si consolidarono in una dozzina di regni, tra cui Northumbria, Mercia, Wessex, Essex, Kent e Sussex. Nei secoli seguenti, il processo di unificazione politica proseguì.
Nel IX secolo, i continui e intensificati attacchi danesi portarono alla sconfitta di molti regni inglesi, con il regno di Alfredo il Grande come unico sopravvissuto.
I secoli successivi furono caratterizzati da aspri conflitti per la conquista del potere, fino al ripristino della dinastia reale da parte di Edoardo il Confessore nel 1042. Alla morte di Edoardo, una disputa successoria condusse alla conquista normanna dell’Inghilterra da parte di un esercito guidato dal duca Guglielmo di Normandia.
Questa conquista provocò la quasi completa sostituzione dell’élite anglosassone con una nuova aristocrazia francofona, circostanza che esercitò un’influenza profonda e duratura sulla lingua inglese.
I Plantageneti salirono al trono inglese con Enrico II, incorporando l’Inghilterra nel loro impero angioino, che comprendeva territori ereditati in Francia. La loro dinastia regnò per tre secoli, con sovrani celebri come Riccardo I, Edoardo I ed Edoardo III.
Quest’epoca vide trasformazioni fondamentali nel commercio e nella legislazione, inclusa la firma della Magna Carta, un documento giuridico epocale che limitava i poteri della corona e tutelava i diritti degli uomini liberi. Il monachesimo cattolico fiorì e le università di Oxford e Cambridge furono fondate sotto il patrocinio reale.
Il Principato del Galles divenne un feudo dei Plantageneti durante il XIII secolo, mentre la Signoria d’Irlanda fu conferita alla monarchia inglese dal papa.
Nel XIV secolo, i Plantageneti e la dinastia dei Valois rivendicavano entrambi la legittima discendenza dai Capetingi e quindi il possesso dei territori francesi. Le due potenze si scontrarono in quello che sarebbe passato alla storia come la guerra dei cent’anni.
Un’epidemia di peste nera colpì l’Inghilterra a partire dal 1348, causando la morte di quasi metà della popolazione.
Dal 1453 al 1487, una guerra civile oppose due rami della famiglia reale, York e Lancaster, in un conflitto noto come guerra delle due rose.
La conclusione del conflitto portò alla sconfitta degli York e all’ascesa di una nobile famiglia gallese, i Tudor, un ramo dei Lancaster guidato da Enrico Tudor, che ottenne la vittoria nella battaglia di Bosworth Field, dove trovò la morte il re Riccardo III di York.
Il simbolo dell’Inghilterra, la rosa tudor, fu dedicata a Riccardo III di York dalla famiglia Tudor, che divenne ducale di Cambridge, luogo dove venne colta la rosa, all’ombra dell’università.
Inghilterra: prima età moderna
Durante l’epoca Tudor, il Rinascimento raggiunse l’Inghilterra grazie all’arrivo di intellettuali italiani che introdussero l’arte, la filosofia e le scienze dell’antichità classica.
In questo periodo, l’Inghilterra iniziò a sviluppare una propria flotta navale e ad avviare l’esplorazione dell’Occidente.
Enrico VIII interruppe i rapporti con la Chiesa cattolica e, in virtù dell’Atto di Supremazia del 1534, proclamò il sovrano capo della Chiesa anglicana. Diversamente da molte correnti protestanti europee, le radici dello scisma furono più politiche che teologiche.
Inoltre, unificò il Galles al Regno d’Inghilterra. La figlia di Enrico, Maria I, tentò di restaurare il cattolicesimo, ma il suo progetto fallì con la sua morte e l’ascesa al trono di Elisabetta I, che riaffermò la supremazia anglicana.
Durante l’Età elisabettiana, la flotta inglese sotto il comando di Francis Drake sconfisse l’Invincible Armada spagnola. In competizione con la Spagna, la prima colonia inglese in America fu fondata nel 1585 dall’esploratore Walter Raleigh in Virginia e denominata Roanoke. Gli aspetti economici delle colonie nel Nuovo Mondo erano gestiti dalla Compagnia britannica delle Indie orientali, in concorrenza con Spagna e Olanda.
A causa di divergenze politiche, religiose e sociali, la guerra civile inglese contrappose i sostenitori del Parlamento e quelli del re Carlo I, rispettivamente i Roundheads e i Cavalier. Questo conflitto rappresentò una componente delle più ampie Guerre dei tre regni, che coinvolsero anche Scozia e Irlanda.
I parlamentari risultarono vittoriosi, Carlo I fu giustiziato e la monarchia venne sostituita dal Commonwealth. Alla guida delle forze parlamentari, Oliver Cromwell si autoproclamò Lord Protettore nel 1653.
Dopo la morte di Cromwell, Carlo II fu invitato a tornare come sovrano nel 1660, inaugurando la Restaurazione inglese. Il Bill of Rights stabilì costituzionalmente che il re e il Parlamento avrebbero governato congiuntamente, sebbene il potere effettivo fosse nelle mani dell’assemblea parlamentare.
Tra le disposizioni normative, si stabilì che il potere legislativo spettasse esclusivamente al Parlamento e che il sovrano non potesse, senza il suo consenso, imporre tributi o mobilitare l’esercito. Con la fondazione della Royal Society nel 1660, lo sviluppo scientifico ricevette un forte impulso.
Il grande incendio di Londra del 1666 distrusse gran parte della città, che venne però rapidamente ricostruita. In Parlamento emersero due fazioni contrapposte: i Tories, di orientamento monarchico, e i Whigs, di stampo liberale.
Sebbene i Tories sostenessero inizialmente il re cattolico Giacomo II, alcuni di loro, insieme ai Whigs, lo deposero durante la “Gloriosa rivoluzione” del 1688 e invitarono il principe olandese Guglielmo III a diventare sovrano. Nel 1707 si realizzò l’unione politica tra Inghilterra e Scozia, dando vita al Regno di Gran Bretagna. Le istituzioni delle due nazioni, come i sistemi giuridici e le Chiese nazionali, rimasero tuttavia indipendenti.
Epoca tardo moderna e contemporanea
Il nuovo Regno di Gran Bretagna, stimolato dal progresso scientifico promosso dalla Royal Society, dall’influenza delle idee illuministiche e da altre iniziative innovative, attraversò un periodo di straordinarie evoluzioni nel campo scientifico e ingegneristico. Questo creò le condizioni per la formazione dell’Impero britannico.
La cosiddetta rivoluzione industriale, che ebbe origine proprio in Inghilterra, rappresentò un’epoca di profondi mutamenti socioeconomici e culturali, con l’industrializzazione dell’agricoltura, della produzione manifatturiera e dell’attività estrattiva.
L’inaugurazione del Bridgewater Canal nel nord-ovest dell’Inghilterra, avvenuta nel 1761, segnò l’inizio dell’era dei trasporti via acqua in Gran Bretagna. Nel 1825 entrò in servizio la prima locomotiva a vapore per il trasporto passeggeri.
Durante la Rivoluzione Industriale, numerosi lavoratori si trasferirono dalle campagne inglesi verso le nuove aree urbane per impiegarsi nelle fabbriche. Manchester e Birmingham furono soprannominate rispettivamente “magazzino del mondo” e “officina del mondo”.
L’Inghilterra mantenne una relativa stabilità durante i tumulti della Rivoluzione francese; William Pitt il Giovane ricoprì la carica di Primo Ministro durante il regno di Giorgio III. Durante le guerre napoleoniche, Napoleone progettò un’invasione dell’isola.
Tuttavia, il piano fallì e le forze francesi furono sconfitte dagli inglesi, prima in mare da Lord Nelson e successivamente sulla terraferma dal duca di Wellington. Le guerre napoleoniche rafforzarono il senso di britannicità e di unità nazionale condivisa con scozzesi e gallesi.
Durante l’età vittoriana, Londra divenne la metropoli più grande e popolosa del mondo, l’esercito e la marina inglesi godevano di immenso prestigio e gli scambi commerciali all’interno dell’Impero Britannico prosperavano.
Alcune mobilitazioni politiche interne, come quelle promosse dai cartisti e dalle suffragette, condussero a riforme legislative e all’estensione del suffragio.
Le tensioni tra le potenze dell’Europa centro-orientale portarono, nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale. Centinaia di migliaia di soldati inglesi persero la vita combattendo per il Regno Unito nella Triplice intesa. Due decenni più tardi, nella seconda guerra mondiale, il Regno Unito si schierò nuovamente con gli Alleati.
Al termine della “strana guerra”, Winston Churchill assunse la carica di Primo Ministro, mantenendola per l’intera durata del secondo conflitto mondiale.
I progressi nella tecnologia bellica causarono la distruzione di numerose città inglesi a causa dei bombardamenti aerei. Dopo la guerra, l’impero britannico sperimentò un rapido processo di decolonizzazione. Nello stesso periodo si assistette a una accelerazione dell’innovazione tecnologica: le automobili divennero il principale mezzo di trasporto e Frank Whittle sviluppò il motore a reazione.
Nel 1948 venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale (NHS), che fornisce assistenza sanitaria gratuita grazie al finanziamento pubblico.
Dal XX secolo si è registrato un significativo incremento demografico in Inghilterra, alimentato principalmente da flussi migratori da altre parti delle isole britanniche e dai paesi del Commonwealth, in particolare dal subcontinente indiano. Dagli anni ’70, l’economia si è progressivamente orientata dal settore manifatturiero verso quello dei servizi.
Geografia fisica
L’Inghilterra occupa la parte centrale e meridionale dell’isola della Gran Bretagna, oltre alle isole situate a sud: le Isole Scilly e l’isola di Wight. Confina a nord con la Scozia e a ovest con il Galles, mentre è bagnata dal mare d’Irlanda e dal mare Celtico a ovest, e dal mare del Nord a est.
È separata dall’Europa continentale dal Canale della Manica, che divide l’Inghilterra dalla Francia e lambisce l’intera costa meridionale del paese. Il collegamento con il continente europeo è assicurato dal tunnel sotto la Manica (Eurotunnel).
Il territorio presenta una morfologia prevalentemente collinare, con aree montuose nella regione settentrionale. La linea di demarcazione tra queste zone è nota come Tees-Exe line. Nella parte orientale si estende una fascia pianeggiante le cui aree paludose sono state bonificate per consentirne lo sfruttamento agricolo.
Il principale corso d’acqua dell’Inghilterra è il Tamigi, lungo 323 km, che lo rende il secondo fiume più lungo del paese dopo il Severn (354 km). Altri fiumi significativi includono: Trent, Humber, Ouse, Tyne, Mersey, Dee e Avon.
Clima
Il clima inglese è di tipo temperato oceanico, relativamente mite considerata la latitudine. Le precipitazioni sono distribuite uniformemente durante l’anno, sebbene nei mesi estivi e invernali assumano carattere di maggiore intensità.
Maggio e giugno rappresentano i mesi più soleggiati, benché le temperature rimangano piuttosto fresche; l’estate è moderatamente calda, ma i rovesci di pioggia sono sempre possibili. Novembre e dicembre sono i mesi più nuvolosi, con un’insolazione debole nel nord-ovest che aumenta progressivamente verso sud-est.
Popolazione dell’Inghilterra
L’Inghilterra, con i suoi circa 60 milioni di abitanti, costituisce non solo la nazione più popolosa del Regno Unito, ma anche quella con la maggiore diversità etnica: circa un decimo della popolazione appartiene a gruppi etnici diversi da quello europeo.
Il popolo inglese ha origini anglosassoni e ha assimilato molteplici ondate migratorie nel corso dei secoli, a partire dai Celti intorno al 600 a.C. I Romani si stabilirono nel sud della Gran Bretagna tra il 50 a.C. e il 300 d.C., seguiti dalla massiccia migrazione di Angli, Sassoni e Juti nel periodo 350-550. Nell’800-900 giunsero i Vichinghi danesi, che fondarono l’enclave del Danelaw; nel 1066 arrivarono i Normanni; tra il 1650 e il 1750 si registrò l’afflusso di rifugiati dall’Europa continentale, inclusi gli Ugonotti; dal 1880 al 1940, si stabilirono in Inghilterra ebrei, russi, italiani e spagnoli; dal 1950 al 1985, immigrarono persone dalle aree caraibiche, dall’Africa e dall’Asia; dal 1985 si sono verificate ondate migratorie dall’Europa orientale e di rifugiati curdi.
La prosperità del paese ha attratto flussi migratori anche dalle vicine Scozia e Irlanda.
Religione
Il cristianesimo rappresenta la religione predominante in Inghilterra dal Medioevo, sebbene fosse stato introdotto molto prima, durante l’epoca romana e gaelica. Secondo il censimento del 2011, il 59,4% della popolazione inglese professa il cristianesimo, in netto calo rispetto al 71,7% registrato nel 2001.
La confessione religiosa tradizionale inglese è l’anglicanesimo, risalente al XVI secolo, quando si verificò lo scisma dalla Chiesa di Roma promosso dal re Enrico VIII. Numerose cattedrali e chiese parrocchiali costituiscono edifici storici di notevole rilevanza architettonica, come l’Abbazia di Westminster, la Cattedrale di York, la Cattedrale di Durham e la Cattedrale di Salisbury.
La seconda religione più diffusa è il rito latino della Chiesa cattolica, le cui radici in Inghilterra risalgono al VI secolo con l’apostolato di Agostino di Canterbury. Nella storia si annovera anche un Papa inglese, Adriano IV, mentre Beda e Anselmo sono riconosciuti come Dottori della Chiesa.
Una forma di protestantesimo nota come metodismo rappresenta la terza confessione religiosa in Inghilterra. Sviluppatasi come movimento all’interno dell’anglicanesimo grazie all’opera di John Wesley, questa dottrina acquisì popolarità nelle città del Lancashire e dello Yorkshire e tra i minatori della Cornovaglia.
Esistono altre minoranze non conformiste, come battisti, quaccheri, congregazionalisti, unitariani e l’Esercito della Salvezza. L’immigrazione da Cipro (ex colonia britannica) e dal Medio Oriente ha introdotto una minoranza ortodossa.
Il santo patrono dell’Inghilterra è San Giorgio, raffigurato nella bandiera nazionale inglese (croce rossa su sfondo bianco, adottata nel 1190 d.C., quando la Repubblica di Genova concesse all’Inghilterra l’utilizzo del vessillo in cambio di un tributo annuale), così come nella bandiera dell’Unione.
L’Inghilterra venera numerosi santi autoctoni, tra cui spiccano: Cutberto di Lindisfarne, Albano d’Inghilterra, Vilfrido di York, Edoardo il Confessore, Aidan di Lindisfarnen, John Fisher, Tommaso Moro, Petroc e Thomas Becket.
Nel paese sono praticate anche religioni non cristiane. Gli ebrei hanno sempre costituito una piccola minoranza sull’isola a partire dal 1070. Furono espulsi dall’Inghilterra nel 1290 e poterono farvi ritorno solo nel 1656.
Dalla metà del XX secolo, religioni orientali provenienti dalle ex colonie britanniche hanno iniziato a diffondersi a causa della crescente immigrazione.
Secondo il censimento del 2011, l’Islam rappresenta la seconda religione più praticata in Inghilterra, con il 5% della popolazione, seguita dall’induismo (1,5%), dal sikhismo (0,8%), dal buddhismo (0,5%) e da altre confessioni (0,4%). Il 24,7% della popolazione è costituito da atei, agnostici e persone che non si identificano in alcuna religione.
Politica in Inghilterra
Il centro del potere politico si trova a Londra, sebbene tecnicamente la città sia la capitale di Inghilterra e Galles. A differenza di Scozia, Galles (entrambi dal 1999) e Irlanda del Nord, l’Inghilterra non dispone di un governo e un parlamento autonomi: le funzioni governative sono esercitate dal parlamento e dal governo del Regno Unito. Nelle deliberazioni riguardanti esclusivamente l’Inghilterra, i rappresentanti delle altre nazioni costitutive si astengono.
Suddivisioni amministrative
A seguito della riforma amministrativa del 2009, l’Inghilterra è suddivisa in 48 contee cerimoniali, di cui 27 sono contee amministrative (shire counties), 6 sono aree metropolitane (metropolitan counties), 8 sono gruppi di distretti (districts), 5 sono autorità unitarie (unitary authorities), mentre le ultime due sono le aree amministrative speciali della Grande Londra e della City (administrative areas).
Le 27 contee sono ulteriormente suddivise in 201 distretti non-urbani (non-metropolitan districts). Le 6 aree metropolitane, che dal 1986 non dispongono di organi amministrativi e consigli di governo, sono suddivise in 36 borghi metropolitani (metropolitan boroughs).
Si contano inoltre 55 autorità unitarie, includendo sia le 5 contee non suddivise in distretti che i distretti non sottoposti alle contee. Considerando anche le Isole Scilly, i 32 borghi londinesi (boroughs) e la City of London (che gode di uno status particolare), si raggiunge un totale di 326 distretti.
Economia inglese
Il sistema economico inglese figura tra i più rilevanti a livello mondiale, con un PIL medio pro capite di 22.907£. Configurata come un’economia mista di mercato, ha sempre adottato i principi del libero scambio, mantenendo tuttavia un’avanzata struttura di welfare.
La valuta ufficiale in Inghilterra è la sterlina britannica, il cui codice ISO 4217 è GBP. Il regime fiscale inglese risulta particolarmente competitivo rispetto a gran parte dell’Europa: dal 2009, l’aliquota base dell’imposta sul reddito personale è fissata al 20% per redditi imponibili fino a 37.400£ e al 40% su ogni introito eccedente tale soglia.
L’economia inglese costituisce il motore principale dell’intero Regno Unito, che si posiziona al 18° posto mondiale per potere d’acquisto. L’Inghilterra eccelle nei settori chimico e farmaceutico, nonché in ambiti tecnologici strategici, in particolare nell’industria aerospaziale, degli armamenti e del software.
Londra ospita la Borsa valori principale del Regno Unito e la più grande d’Europa, oltre alle sedi di alcune tra le più influenti società globali.
La Banca d’Inghilterra, fondata nel 1694 dal banchiere scozzese William Paterson, funge da banca centrale del Regno Unito. Nata come istituzione privata, dal 1946 è divenuta un ente statale. La Banca detiene il monopolio dell’emissione di banconote in Inghilterra e Galles, ma non nelle altre regioni del Regno Unito. Il governo ha delegato ad essa la responsabilità della politica monetaria e il compito di determinare i tassi d’interesse.
L’Inghilterra presenta un elevato grado di industrializzazione, sebbene dagli anni ’70 si sia verificato un declino nel settore manifatturiero tradizionale e nell’industria pesante, a favore di un’economia orientata ai servizi.
Il turismo ha acquisito una rilevanza fondamentale, attirando milioni di visitatori in Inghilterra ogni anno. Le principali esportazioni comprendono prodotti farmaceutici, automobili (sebbene molti marchi storici inglesi siano ora di proprietà straniera, come Rolls-Royce, Lotus, Jaguar e Bentley), petrolio estratto dal Mare del Nord, motori aeronautici e bevande alcoliche.
L’agricoltura si caratterizza per essere intensiva e altamente meccanizzata, producendo il 60% del fabbisogno alimentare nazionale con appena il 2% della forza lavoro. Due terzi della produzione sono destinati all’allevamento, mentre la parte restante è dedicata alle colture.
Scienza e tecnologia
Illustri personalità inglesi nei campi della scienza e della matematica includono: Isaac Newton, Michael Faraday, Robert Hooke, Robert Boyle, Joseph Priestley, Joseph John Thomson, Charles Babbage, Charles Darwin, Christopher Wren, Alan Turing, Francis Crick, Joseph Lister, Tim Berners-Lee, Paul Dirac, Stephen Hawking, Andrew Wiles e Richard Dawkins. Alcuni studiosi sostengono che il primo concetto di sistema metrico sia stato elaborato da John Wilkins, primo segretario della Royal Society, nel 1668.
In quanto culla della rivoluzione industriale, l’Inghilterra ha dato i natali a numerosi inventori significativi tra la seconda metà del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Tra i celebri ingegneri inglesi figura Isambard Kingdom Brunel, noto per la realizzazione della Great Western Railway e per la progettazione di piroscafi e ponti innovativi, che hanno rivoluzionato i trasporti pubblici e posto le fondamenta dell’ingegneria moderna.
La macchina a vapore di Thomas Newcomen segnò l’avvio della Rivoluzione industriale. Si ritiene che il vaccino contro il vaiolo sviluppato dal medico Edward Jenner abbia “salvato più vite di quante ne siano state perse in tutti i conflitti dell’umanità dall’inizio della storia documentata”.
Tra le invenzioni e scoperte inglesi si annoverano: il motore a reazione, la prima macchina industriale per la filatura, il primo computer e il primo computer moderno, il World Wide Web con l’HTML, la prima trasfusione di sangue umano riuscita, l’aspirapolvere motorizzato, il tosaerba, la cintura di sicurezza, l’hovercraft, il motore elettrico, il motore a vapore e teorie fondamentali come la teoria darwiniana dell’evoluzione e la teoria atomica.
Newton elaborò i concetti di gravitazione universale, meccanica newtoniana e calcolo infinitesimale, mentre Robert Hooke formulò la sua omonima legge dell’elasticità. Altre invenzioni comprendono la ferrovia, il termosifone, l’asfalto, l’elastico, lo sviluppo congiunto della lampadina, la locomotiva a vapore, la seminatrice moderna e numerose tecniche e tecnologie tuttora in uso.
Nel campo della medicina spicca la figura pionieristica di Elizabeth Blackwell, prima donna a conseguire una laurea in medicina, negli Stati Uniti d’America, il 23 gennaio 1849.
Trasporti
Il Department for Transport rappresenta l’organismo governativo responsabile della supervisione dei trasporti in Inghilterra. Il paese è dotato di un’estesa rete autostradale e di numerose arterie di comunicazione principali, come l’A1 Great North Road, che attraversa l’Inghilterra orientale da Londra a Newcastle fino al confine scozzese. L’autostrada più lunga dell’Inghilterra è la M6, che si estende da Rugby attraverso il Nord Ovest fino al confine anglo-scozzese.
Altri percorsi strategici includono: la M1 da Londra a Leeds, la M25 che circonda Londra, la M60 che circonda Manchester, la M4 da Londra al Galles meridionale, la M62 da Liverpool allo Yorkshire orientale passando per Manchester e la M5 da Birmingham a Bristol e al sud-ovest.
Il trasporto su autobus è capillarmente diffuso in tutto il territorio; tra le principali compagnie figurano National Express, Arriva e Go-Ahead Group. L’autobus rosso a due piani è assurto a simbolo iconico dell’Inghilterra. Due città inglesi dispongono di una rete ferroviaria metropolitana: Londra con la sua Underground e Newcastle, Gateshead e Sunderland con la Tyne and Wear Metro. Diverse città sono dotate di reti tranviarie, come il Metrolink di Manchester.
Il sistema ferroviario inglese, il più antico al mondo, vide l’introduzione del trasporto passeggeri nel 1825. Gran parte della rete ferroviaria britannica (16.116 km) si trova in territorio inglese e copre estensivamente il paese, nonostante una significativa percentuale di linee sia stata dismessa nella seconda metà del XX secolo.
Queste linee sono prevalentemente a scartamento normale (binario singolo, doppio o quadruplo), sebbene esistano alcune linee a scartamento ridotto. Dal 1994, con il completamento del tunnel della Manica, è possibile un collegamento ferroviario diretto con Francia e Belgio.
L’Inghilterra vanta una fitta rete di collegamenti aerei nazionali e internazionali. L’aeroporto principale è quello di Londra Heathrow, considerato il più trafficato al mondo in termini di passeggeri internazionali in transito.
Altri importanti scali aeroportuali includono l’aeroporto di Manchester, Londra Stansted, Luton e l’aeroporto di Birmingham.
Il trasporto marittimo è garantito da servizi di traghetti, sia per collegamenti locali che internazionali con Irlanda, Paesi Bassi e Belgio.
Le vie navigabili interne si estendono per circa 7.100 km, di cui metà sono gestite da British Waterways, sebbene il trasporto fluviale sia limitato. Il Tamigi rappresenta la via d’acqua più importante dell’Inghilterra, con attività commerciali concentrate nel porto di Tilbury situato nell’estuario, uno dei tre porti principali del Regno Unito.
Sistema sanitario
Il National Health Service (NHS) è il sistema sanitario pubblico incaricato di fornire la maggior parte delle prestazioni mediche. Fondato il 5 luglio 1948, in applicazione del “National Health Service Act 1946”, si basa sui principi delineati nel “rapporto Beveridge”, elaborato dall’economista e riformatore sociale William Beveridge.
Il servizio sanitario nazionale è prevalentemente finanziato attraverso la fiscalità generale, inclusi i contributi previdenziali, e offre la maggior parte dei suoi servizi gratuitamente, sebbene siano previste alcune tariffe per determinate prestazioni come esami oculistici, cure odontoiatriche e altri servizi specifici.
L’organo governativo responsabile del Servizio Sanitario Nazionale è il Ministero della Salute, presieduto dal Segretario di Stato per la Sanità, membro del Gabinetto del Regno Unito. La maggior parte della spesa del Ministero è destinata al NHS: nel periodo 2008-2009 sono stati stanziati 98.600 milioni di sterline.
Negli ultimi anni il settore privato ha incrementato la propria offerta di servizi, nonostante l’opposizione di medici e organizzazioni sindacali.
L’aspettativa di vita media in Inghilterra si attesta a 77,5 anni per gli uomini e 81,7 anni per le donne, la più elevata tra le quattro nazioni del Regno Unito.
Fonte: Wikipedia