Stonehenge (pietra sospesa, da stone, pietra, e henge, che deriva da hang, sospendere: in riferimento agli architravi) è un sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire, Inghilterra, circa 13 km a nord-ovest di Salisbury.
È il più celebre e imponente cromlech («circolo di pietra» in bretone): composto da un insieme circolare di colossali pietre erette, conosciute come megaliti, sormontate da consistenti architravi orizzontali di collegamento di cui alcune sono in quota ed è uno dei più antichi sistemi trilitici conosciuti (trilitico: sistema costituito da tri = tre + lithos = pietra, due montanti verticali ed un architrave orizzontale).
Le pietre di Stonehenge devono il loro attuale allineamento ai lavori di ricostruzione nella prima metà del Novecento.
Ipotizzando che l’attuale allineamento riproduca fedelmente il precedente, alcuni sostengono che Stonehenge rappresenti un antico osservatorio astronomico, con un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio, anche se l’importanza del suo uso per tale scopo è dibattuta.
Il sito fu aggiunto alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1986.
Oltre che meta del turismo di massa, Stonehenge è luogo di pellegrinaggio per molti seguaci del celtismo, della wicca e di altre religioni neopagane, e fu teatro di un festival musicale libero tra il 1972 e il 1984; nel 1985 tale festival fu bandito dal governo britannico a causa del violento confronto tra la polizia e alcuni partecipanti che divenne noto come la battaglia di Beanfield.
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Dove si trova Stonehenge?
Stonehenge si trova a circa 1 ora e 45 minuti da Londra, consulta la mappa qui sotto per trovare facilmente l’ubicazione:
Descrizione di Stonehenge
La pietra dell’altare
Un blocco di cinque metri di arenaria verde. Le pietre principali sono composte da una forma estremamente dura di arenaria silicea, che si trova naturalmente circa trenta chilometri più a nord, sulle Marlborough Downs.
La struttura interna, conosciuta come Bluestone Horseshoe è costituita di pietre molto più piccole, che pesano in media quattro tonnellate. Queste pietre sono state estratte dalle Montagne Preseli, nel Galles sud-occidentale. Sono principalmente di dolerite ma comprendono esempi di riolite, arenaria e ceneri calcaree vulcaniche.
La pietra del tallone
Un tempo conosciuta come Tallone del Frate (in inglese “Friar’s Heel”). Un racconto popolare, che non può essere datato a prima del XVII secolo, spiega così le origini del nome di questa pietra:
Il diavolo comprò le pietre da una donna in Irlanda, le avvolse e le portò sulla piana di Salisbury. Una delle pietre cadde nel fiume Avon, le altre vennero portate sulla piana. Il diavolo allora gridò, “Nessuno scoprirà mai come queste pietre sono arrivate fin qui”.
Un frate rispose, “Questo è ciò che credi!”, allora il diavolo lanciò una delle pietre contro il frate e lo colpì su un tallone. La pietra si incastrò nel terreno, e rimase così fino ai nostri giorni.
Cenni storici e indagini scentifiche su Stonehenge
Lo scrittore greco Diodoro Siculo (I secolo a.C.) potrebbe fare riferimento a Stonehenge in un passo della sua Bibliotheca historica. Citando Ecateo di Abdera, uno storico del IV secolo e “certi altri”, Diodoro dice che “in una terra oltre i Celti” (cioè la Gallia) c’è “un’isola non più piccola della Sicilia” nel mare del nord chiamata Hyperborea, chiamata così perché è al di là del luogo di origine del vento del nord o Borea.
Gli abitanti di questo luogo principalmente adorano Apollo, e c’è “sia una magnifica zona sacra di Apollo sia un tempio notevole che è adornato con molte offerte votive ed è di forma sferica”.
Alcuni scrittori in passato hanno suggerito che l’Hyperborea di Diodoro potesse indicare la Gran Bretagna e che il tempio di forma sferica fosse un riferimento iniziale a Stonehenge.
Tuttavia l’archeologo Aubrey Burl ha rilevato che altre parti della descrizione di Diodoro la rendono scarsamente adeguata a Stonehenge e al suo circondario. Diodoro dice anche che in quella zona Apollo (intendendo il sole o la luna) “sfiorava la terra a un’altezza molto bassa”.
Tuttavia sia il sole sia la luna si muovono sempre molto al di sopra dell’orizzonte alla latitudine di Stonehenge ed è solo 500 miglia più a nord che essi appaiono vicino all’orizzonte.
Il primo studio per osservare e capire il monumento venne condotto intorno al 1640 da John Aubrey. Egli proclamò Stonehenge opera dei Druidi: questa idea fu grandemente diffusa da William Stukeley. Aubrey realizzò inoltre i primi disegni con le misure del luogo, che consentirono una migliore analisi della sua forma e del suo significato.
Grazie a questo lavoro, fu in grado di attribuire una funzione astronomica o di calendario alla disposizione delle pietre.
L’architetto John Wood intraprese la prima vera accurata indagine di Stonehenge nel 1740. Tuttavia l’interpretazione di Wood del monumento, considerato come un luogo di riti pagani, è stata fortemente criticata da Stukeley, che considerava i Druidi non come pagani, ma come patriarchi biblici.
Le convinzioni di Stukeley subivano gli influssi di uno dei suoi maestri più illustri: Isaac Newton; quest’ultimo si occupò, seppur marginalmente, della disposizione delle pietre di Stonehenge che secondo lui avrebbe richiamato volutamente e per metafora la configurazione non geocentrica del sistema solare e la sua soggezione alle leggi di gravitazione (una concezione del tutto simile a quella di Filolao che prevedeva un fuoco sacro centrale) e si sarebbe inoltre ispirata al modello perfetto, e più antico, del tempio di Gerusalemme.
Secondo Newton, quindi, i costruttori di Stonehenge, eredi diretti dei patriarchi biblici, sarebbero stati depositari di una conoscenza scientifica che egli stesso riteneva di aver soltanto riscoperto. Prima della fine dell’Ottocento John Lubbock riuscì a far risalire il luogo all’età del bronzo, basandosi sul ritrovamento di oggetti di bronzo sulle colline vicine.
La datazione radiocarbonica indica che il sito fu interessato da più fasi costruttive intraprese tra il 3100 a.C. e il 1600 a.C. L’edificazione del terrapieno circolare e del fossato sono state datate al 3100 a.C.. La grande maggioranza delle pietre attualmente visibili appartengono alla fase Stonehenge 3 (dal 2600 a.C. al 1600 a.C.), a sua volta caratterizzata da circa V periodi; durante i periodi I e II (dal 2600 a.C. al 2400 .a.C.) furono collocati quasi tutti i megaliti di maggiori dimensioni.
La spettrofotometria XRF effettuata nel 2020, su un campione prelevato durante i lavori di restauro nel 1958 da uno dei triliti, ha fornito una datazione del 2500 a.C.
Entrambi i tipi di datazioni consentono l’eliminazione di alcune teorie che erano state ipotizzate. La teoria secondo la quale i Druidi fossero forse stati gli artefici dell’opera è la più popolare; tuttavia la società dei Celti, che istituì il sacerdozio dei Druidi, si diffuse solamente dopo l’anno 300 a.C. Inoltre è improbabile che i Druidi avessero utilizzato il sito per i sacrifici, dal momento che eseguivano parte dei loro rituali nei boschi o in montagna, zone più adatte di un campo aperto per i “rituali della terra”.
Il fatto che i Romani giunsero per la prima volta sull’isola britannica quando Giulio Cesare guidò una spedizione nel 55 a.C., nega le teorie di Inigo Jones e di altri, secondo cui Stonehenge sarebbe stato costruito come un tempio romano.
Dispute
Dall’inizio dell’Ottocento molte delle pietre cadute furono messe nella loro posizione attuale dagli ingegneri vittoriani. Secondo studi recenti i lavori di ristrutturazione si protrassero fino agli anni settanta del Novecento, introducendo modifiche sostanziali nella disposizione originaria: Certo, ammettono gli archeologi dell’English Heritage, senza tutti questi lavori Stonehenge avrebbe un aspetto molto diverso. Pochissime pietre sono ancora esattamente nel posto dove furono erette millenni fa.
A 3 km di distanza da Stonehenge è stato ritrovato da ricercatori della National Geographic Society un villaggio risalente al 2600 a.C. composto da circa venticinque piccole case. Si ritiene che fossero utilizzate per ospitare i costruttori del complesso, o i visitatori di qualche cerimonia.
Si crede che Stonehenge sia una sorta di osservatorio astronomico preistorico in quanto l’asse di Stonehenge è orientato in direzione dell’alba nei solstizi estivi, ma non invernali.
Teorie sulla costruzione
Le pietre più grandi, in gneiss (dal peso di 25/50 tonnellate), furono tagliate da una collina distante 30 km dal sito archeologico, per essere probabilmente trasportate attraverso delle slitte che scivolavano su rulli in legno, tirate con corde di cuoio da decine di uomini.
Le pietre di dimensioni inferiori furono in parte estratte e tagliate in un sito distante 3 km e in parte in altre località, tra cui un sito in Galles a una distanza di oltre 200 km.
Uno studio pubblicato a giugno 2018 ha smentito il lavoro del geologo Herbert Henry Thomas che nel 1923, grazie anche alla propria notorietà e influenza, riuscì a fare accettare alla comunità scientifica i siti precisi in cui le pietre furono reperite e come vennero trasportare in loco. La nuova ricerca suggerisce che esse furono trasportate non tramite il canale di Bristol come erroneamente supposto ma utilizzando strade interne e che la pietra dell’altare possa provenire da Senni Beds, una formazione di arenaria che si estende attraverso una parte del Galles fino all’Herefordshire nel Galles orientale.
Le ricerche di Thomas avrebbero influenzato per i decenni successivi gli studi effettuati sulla provenienza delle pietre del sito di Stonehenge.
Le pietre che costituivano gli elementi verticali venivano prima trascinate in corrispondenza di un foro sul terreno, quindi venivano fatte scivolare all’interno del foro con l’ausilio di un sistema di leva appoggiate a un “castello” di tronchi. La pietra veniva poi sistemata in verticale tirandola con delle funi, e il foro veniva riempito con sassi.
Una volta che erano state alzate le pietre verticali, si aggiungeva l’architrave alzandolo poco alla volta attraverso la costruzione di un fasciame di legname e l’uso di leve.
Leggenda e mito
Stonehenge è associato alla leggenda di re Artù: essa racconta che il mago Merlino volle la sua rimozione dall’Irlanda dove era stato costruito sul monte Killaraus, da Giganti che portarono le pietre dall’Africa. Dopo essere stato ricostruito vicino ad Amesbury, narra che, prima Uther Pendragon e poi Costantino III vennero seppelliti all’interno del cerchio di pietre.
Esistono vari cerchi neolitici analoghi a Stonehenge o datati approssimativamente nella stessa epoca. Tra di essi vi è il cosiddetto Cerchio di Brodgar nella Scozia settentrionale. Un sito circolare simile, ma risalente a circa il 4900 a.C., si trova a Goseck nella Sassonia-Anhalt in Germania.
Un altro complesso, detto Circolo calendariale si trova presso il Museo nubiano di Assuan originariamente costruito a Nabta Playa e risulta essere più antico di Stonehenge di almeno mille anni.
In Italia sono presenti diversi circoli megalitici in Sardegna, come quello di Li Muri ad Arzachena e quello di Pranu Muttedu a Goni.
Fonte: Wikipedia